Operazione Wodehouse
La camionetta sussultava ogni qual volta passavamo sopra una buca o un dosso. Ogni sussulto coincideva con il fruscio dei nostri Beretta ARX160 A3, fucili d’assalto calibro 5,56 × 45 mm NATO in grado di sparare 800 colpi al minuto. Insomma, non proprio dei giocattoli. Adatti per il lavoro che ci attendeva. Nel retro della camionetta erano stipati 8 dei più grandi figli di puttana che avessi mai conosciuto in vita mia: mercenari, psicopatici, ex-militari disonorati o semplicemente gente a cui piaceva uccidere; spesso tutt’e quattro coincidevano. I loro volti una mappa caotica di cicatrici e fratture mai del tutto guarite. La loro pelle irta e scomoda da indossare. I loro occhi erano pozzi senza fondo scavati dai rimorsi e dagli orrori del passato. La loro mente uno straccio consunto a cui anni di torture subite e praticate avevano strappato le fibre. Anni di droghe e alcool avevano fatto il resto. <<Ragazzi, ricordate: entriamo, facciamo ciò per cui siamo venuti e usciamo. S